Vi siete mai chiesti perchè, in Italia, la copertura degli operatori di telefonia mobile è spesso carente anche in zone piuttosto affollate e virtualmente semplici da raggiungere per eventuali interventi di ampliamento della rete? Per quale motivo gli operatori non hanno alcuna fretta nel mettersi al passo coi tempi nel rendere le infrastrutture competitive ed hanno una copertura carente?
E’ molto semplice. Per poter capire il meccanismo di ciò che sta accadendo, tuttavia, Tech Scene vi invita a leggere quanto accaduto appena qualche mese fa, comprendendo l’annuncio che ha portato ad una truffa tanto colossale quanto astuta.
Ebbene, smascherare la truffa non è difficile: ogni zona non raggiunta dal segnale telefonico rappresenta, per gli operatori, una vera e propria miniera d’oro, forse anche in misura maggiore all’aumento degli utenti che ne deriverebbe migliorando il servizio per coprire anche le zone ancora fuori campo. Perchè?
La risposta è nell’annuncio di qualche mese fa. Ogni volta che, dallo scorso 21 Luglio, un telefono non raggiungibile riceve una chiamata, il destinatario di tale chiamata dovrà versare la quota del costo di un SMS ricevuto solo perchè l’operatore l’ha avvisato che il telefono non era raggiungibile. Vodafone, Tim, Wind e qualche altro operatore minore, previo un tacito (?) accordo, hanno deliberato che, per ammortizzare l’attesa in cui le zone più difficilmente raggiungibili dalla rete delle infrastrutture telefoniche, ogni volta che un utente riceve una chiamata, paga in pratica un vero e proprio pizzo agli operatori, che di certo non si sono sprecati nel pubblicizzare che servizi che, da che mondo è mondo, sono sempre stati gratuiti, sono diventati d’un tratto a pagamento. Le ragioni dietro questa mossa scacchistica sono evidenti: l’utente medio non ha neanche idea di come disattivare servizi come Recall di Vodafone, LoSai di Tim o SMS My Wind di Wind, tutti e tre nomi diversi della stessa e identica truffa. E oltre a questo, l’utente medio non ha neanche idea del fatto che tali servizi andrebbero disattivati, semplicemente perchè non è a conoscenza del fatto che tali servizi adesso hanno un costo.
Tale pratica, estremamente viscosa e di difficile interpretazione dalla legge è, tuttavia, considerata legale e rappresenta, per gli operatori, un introito imponente, non quantificabile, che è direttamente proporzionale alla loro inefficienza: più una zona non è raggiunta dal segnale, più l’operatore guadagna senza offrire, paradossalmente, alcun servizio.
L’unico modo per potersi difendere cercando di divincolarsi dal velo di ignoranza e disinformazione (o, meglio, mancata informazione) perpetrata dalle compagnie è condividere la notizia per informare la gente e renderla consapevole del fatto che, senza accorgersene, sta subendo una vera e propria truffa legalizzata.
Non finisce qui. Telecom Italia e Tim, dal prossimo Maggio, avranno, per mezzo di una riorganizzazione interna, una nuova vita sotto l’unico brand TIM. La bolletta diventerà mensile e il prezzo delle nuove tariffe diverrà, per lo più, fisso. La tariffa base per i clienti ADSL diverrà “TUTTO”, un piano in cui vengono offerte chiamate ed SMS illimitati (a pagamento) anche a gente che non usa e non ha intenzione di usare il telefono e… avete indovinato, le tariffe aumenteranno: il costo sarà di 44.90€ al mese, tariffa forfettaria fissa, mensile.
Cosa c’entra tutto ciò? ancora una volta, la risposta è abbastanza semplice: adesso Telecom (o TIM, da Maggio), tra i nuovi introiti che percepirà in maniera fraudolenta con questo metodo ed i soldi di cui si appropria indebitamente con il trucchetto di TIM sopra illustrato, non ha più tanta fretta per costruire e migliorare la rete in Fibra, i soldi sono già in costante entrata, ed il mercato è in ostaggio del monopolio della società che tiene saldi tra le sue mani i mercati delle reti fissa e mobile, e punta alla stagnazione che porta profitto senza offrire servizio.
L’Italia “vanta” una copertura media della rete in banda larga di 30 Mb/s del 22,3%, quando in Europa la media è del 64%, non occorrono domande e nessuno darà risposte. Tech Scene continuerà ad informarvi su eventuali aggiornamenti del caso.