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E’ meglio essere chiari sin da subito: prima di vedere qualcosa di concreto, potrebbero passare anni, tuttavia le novità su un’eventuale modifica per la PlayStation 4 sono promettenti, vediamole insieme.

Recentemente, come avevamo visto anche qui su Tech Scene, ci sono stati sviluppi interessanti da parte di CTurt, coder della scena PlayStation 4 che è riuscito nell’impresa di avviare codice non firmato sulla console. Già di per sè, questa notizia significa che il sistema è stato violato ad un livello tale da consentire l’avvio di homebrew, emulatori ed altri software non firmati da Sony.

La notizia, com’era facile aspettarsi, ha alzato alle stelle le aspettative di quanti attendevano impazientemente la modifica per la PlayStation 4. CTurt non si è fermato a questo, comunque, infatti successivamente i progressi del suo lavoro hanno portato al dump della root del sistema e della RAM e, seppur si trattasse di un lavoro possibile solo su firmware 1.76, quindi una versione obsoleta e, ad oggi, abbastanza rara da trovare sulle console dei possessori di tale sistema, la nuova scoperta sembrava portare dritta al rilascio di un custom firmware per la PlayStation 4.

Nel giro di qualche giorno, comunque, qualcosa è cambiato. Cosa ha spinto esponenti della scena a passare dall’osannare CTurt per il suo lavoro all’affibbiargli il soprannome “CTurd”? Anche se riconosciamo che l’appellativo sia parecchio ingiusto per i risultati ottenuti, ci sono state alcune polemiche che hanno contribuito a questo cambiamento radicale. Prima il sospetto (poi interamente rivelatosi infondato o ingiustificato) che CTurt avesse rubato il lavoro di altri, cosa che in parte è “vera” ma sono se consideriamo che tutti gli sviluppatori delle varie scene underground si aiutano a vicenda scambiandosi porzioni di codice (snippets), informazioni ed altro.

Poi, la pietra tombale che proviene direttamente dal coder in fatto di modifica: CTurt ha deciso, dati i suoi obiettivi già raggiunti, di non proseguire oltre il suo lavoro di ricerca e sviluppo nell’hacking della PlayStation 4 e si, se ve lo steste chiedendo, ha anche dichiarato che il suo lavoro rimarrà privato e nulla verrà pubblicato.

Come sappiamo, però, la scena è dura a morire di solito ed anche questa volta c’è chi ha deciso di portare avanti un lavoro indipendente.

Il team Fail0verflow, noto per aver bucato il Wii U in meno di due mesi dalla sua uscita (e per non aver mai condiviso il suo lavoro) ha rilasciato una serie di tweet ed immagini che sembrano indicare la possibilità di installare GNU/Linux sulla PlayStation 4 (cosa che, se confermata, significherebbe poter installare ed avviare homebrew sotto ambiente Linux, che già di suo ha un parco software sconfinato). E’ curioso notare la presenza, documentata nello screen mostrato di seguito, di file come syslinux.cfg e GRUB (è presente anche un supporto parziale ad MS-DOS).

La root in chiaro del filesystem della PlayStation 4 (versione prototipo 0.8.6 di un’unità di sviluppo), quasi inutile ai fini di ricerca per una modifica della console

Il team ha annunciato che al prossimo CCC terrà una conferenza in cui, probabilmente, verrà mostrata al pubblico la prima versione di jailbreak per la PlayStation 4. La conferenza è stata chiamata “Console Hacking 2015: Penguins on Aeolia”. Non sappiamo bene di cosa si tratti ma sotto possiamo vedere uno screen inerente il progetto che è stato anticipato come protagonista della conferenza.

Il prossimo CCC vedrà anche la partecipazione di Smealum, guru della scena 3DS, che parlerà della sicurezza della console portatile di casa Nintendo, per cui l’intrattenimento non mancherà.

Tornando al tema in oggetto, comunque, c’è una cosa fondamentale di cui tener conto. Il team, quasi sicuramente, non divulgherà il proprio lavoro, proprio come in passato.

Per cui, come scritto sopra, i progressi riguardo un’eventuale modifica della PlayStation 4 non mancano di certo, tuttavia da qui alla realizzazione di un eventuale custom firmware potrebbero dover passare ancora anni. Se dovessero esserci ulteriori sviluppi, vi terremo debitamente informati.