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In qualità di appassionato della saga, premetto subito che il mio giudizio non vuole essere un parere universalmente applicabile all’intero gioco e che tenda all’oggettività, ma più un ritorno al passato in cui il fattore nostalgia la fa da padrone.

Partiamo dal principio. Stronghold è una delle saghe forse più sottovalutate della storia. I primi capitoli della saga, vale a dire Stronghold, Stronghold Crusader e Stronghold 2 rappresentarono un punto di riferimento nei gestionali per più che una semplice nicchia di appassionati. Dal primo capitolo spinoff della serie, Stronghold Crusader, sono trascorsi quasi 13 anni, periodo in cui parecchie cose sono cambiate. Ad ogni modo, nessuno si offenderebbe se affermassimo che almeno i primi due capitoli sono delle vere e proprie perle RTS, in grado di rivaleggiare con i giganti del settore senza sfigurare.

Il capitolo che andremo oggi a recensire è stato da tempo atteso dagli appassionati della saga: Stronghold Crusader 2.

Reduci da un capitolo non particolarmente acclamato (almeno rispetto ai capitoli precedenti), ovvero Stronghold 3, Firefly Studios ci riprova rilasciando questo sequel che ha un sapore di rivalsa per la compagnia, che ha deciso quindi di rilasciare questo titolo in maniera indipendente. E’ utile fare questa precisazione perchè, oggigiorno, l’utente medio non si preoccupa di considerare i mezzi ma solo il fine, per cui il mercato viene monopolizzato da prodotti senz’anima. Stronghold Crusader 2 rema in direzione contraria, giocando la carta nostalgia con una sapienza propria d’altri tempi, che torna ciclicamente durante tutte le fasi di gioco.

La prima cosa che salta subito all’occhio, dunque, è il fattore nostalgia. Pur dandosi una rinfrescata generale, neanche troppo incisiva ed opprimente, il titolo presenta le stesse e identiche meccaniche di gioco del primo capitolo. Questo potrebbe far storcere il naso a chi non ha mai giocato al primo capitolo, tuttavia provando il gioco si ha l’impressione che tali meccaniche, per quanto datate, non siano mai obsolete. La formula è semplice quanto efficace: il gioco ci farà vestire i panni di un Lord il quale, bilanciando sapientemente la componente economica con quella militare, dovrà occuparsi dello sviluppo del proprio castello al fine di completare i diversi obiettivi che ci verranno man mano proposti.

Oltre alla schermaglia, il gioco si basa principalmente sulla filosofia dei giochi tower defense: sarà nostro compito, attraverso un’impostazione pvp propria dei veterani della serie, distruggere il castello avversario prima che questi rada al suolo il nostro. Per far ciò avremo a disposizione una varietà di edifici, sia economici che militari come dicevamo prima.

Il bilanciamento delle due sfere è fondamentale ed è ciò su cui tutta la serie si basa (e che ha fatto spiccare Stronghold nel panorama degli RTS in una realtà in cui gli RTS spuntavano fuori come funghi). Fornire, ad esempio, una varietà di pasti differenti, come ad esempio mele, carne e formaggio, aumenterà l’indice di gradimento del nostro Lord all’interno dell’accampamento, cosa che spingerà la popolazione ad affluire in maniera più decisa. Soddisfare la gente ci porterà dunque nelle condizioni di poter aumentare il peso delle tasse, portandoci ad accumulare denaro più in fretta, denaro che verrà poi riadoperato per acquistare beni all’interno dell’accampamento. Questa, in maniera abbastanza elementare, è la formula dell’intero gioco.

Semplice, no?

Affatto. Il gioco è bilanciato talmente bene che un singolo errore potrebbe far si che il nostro obiettivo non venga completato nell’arco di tempo prefissato, anche per pochi secondi. Questo è specialmente vero nel caso in cui decidessimo di aumentare la difficoltà del gioco, situazione in cui l’intelligenza artificiale dà il meglio di sè.

Ad ogni modo, prima di catapultarci al centro dell’azione, il gioco ci guiderà passo passo introducendoci alle meccaniche di gioco fino ad abituarci alle strategie di gioco più impegnative.

Ci verranno sottoposte anche missioni che esulano dal mero pvp, ma queste rappresentano solo una minoranza. La vera novità, tuttavia, risiede nel fatto che adesso sarà possibile affrontare il gioco in multigiocatore.

Il team di sviluppo, come detto in precedenza, ha pubblicato questo gioco in autonomia. Questo significa che non vi sono state restrizioni temporali come per Stronghold 3, che, a detta di Simon Bradbury, Lead Designer, uscì con sei mesi di anticipo, costringendo il team a correre ai ripari per patchare tutti i difetti e limare le imperfezioni a ritmi insostenibili.

Il concetto va ribadito, perchè questo gioco rappresenta, a parere di chi vi scrive, un’eccezione nel panorama ludico attuale. Stronghold Crusader 2 è un buon gioco, non farà impazzire chi non è avvezzo al genere o chi non conosce completamente la saga, ma gli aficionados del primo capitolo potranno prendere il gioco in mano ed iniziare a giocare saltando anche il tutorial, è tutto lì ed è già testato e funzionante.

Il prezzo di 35€ lascia un po’ l’amaro in bocca, tuttavia per gli amanti della saga questo è un prezzo più che accettabile, ed ad indorare la pillola c’è da precisare che il team di sviluppo è costantemente al lavoro per aggiungere sempre nuovi contenuti sotto forma di DLC gratuiti. Neanche a dirlo, infatti, il 9 dicembre è uscito l’aggiornamento invernale che porta con sè una vagonata di novità, come la possibilità di caricare e condividere le proprie mappe personalizzate su Steam, insieme a nuove mappe, nuove unità ed una più raffinata attenzione nel bilanciamento delle unità già esistenti. In parole povere, Stronghold Crusader 2 può essere valutato a seconda che si sia o meno un fan nostalgico della saga. Chi non conosce o non vuole conoscere questo capitolo, potrà valutarlo 3 stelle. Dal momento che il sottoscritto aveva precisato di essere un fan accanito e che questo giudizio non voleva puntare all’oggettività… 5 stelle!

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