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Vista la recente acquisizione dei diritti di Homefront  da Deep Silver, ceduti da Crytek, Tech Scene ha pensato di stilare una recensione del primo capitolo della saga, ad opera di THQ, che presto vedrà, anche in virtù della suddetta cessione, un sequel ufficiale. Buona lettura.

Introduzione

Siamo nell’anno 2013, il nuovo capo di stato Kim Jong-un, salito al potere dopo la morte del padre, ha unificato la Corea del Nord con quella del Sud dando vita alla Grande Repubblica Coreana.Dopo una serie di conquiste in oriente,nel 2024 le truppe coreane raggiungono le coste americane, sancendo definitivamente l’inizio dell’occupazione del territorio: in soli tre anni tutta l’America è messa a ferro e fuoco.

Giocabilità

Grazie alla natura degli ambienti urbani in cui andremo ad agire, ogni missione, da quelle di sabotaggio alle infiltrazioni compiute col favore delle tenebre dietro alle linee nemiche, potrà essere infatti intrapresa con un atteggiamento spavaldo (ad esempio attaccando in campo aperto le postazioni coreane) o più accorto (aggirando le postazioni per colpire di sorpresa gli invasori).

Grafica

Realizzato sulla base di una versione modificata dell’Unreal Engine 3, il comparto grafico di Homefront spicca più per la bontà artistica del prodotto nel suo complesso che per il modo in cui tutto è stato rappresentato.L’impatto visivo è,comunque,notevole.Scenari ed effetti di fumo e fuocolasciano quasi a bocca aperta,se non fosse per qualche pixel fuori posto.

Sonoro

La colonna sonora è aderente allo spirito dell’opera, segue con il giusto ritmo lo svolgersi delle missioni in singleplayer e delle sessioni in multi ma finisce con l’essere più ripetitiva di quanto ci si sarebbe potuto attendere da un progetto con una narrazione così evoluta. Decisamente superiore alla media degli sparatutto in prima persona è invece il tenore qualitativo del doppiaggio in italiano, capace di rendere giustizia alla tragicità espressiva della trama ancor più dei loro diretti colleghi d’oltreoceano.

Longevità

La scarsa longevità che, anche ai livelli di difficoltà più elevati, giunge inesorabile ai titoli di coda dopo sole 5 o 6 ore di gioco effettive resta un punto debole di un titolo che resta comunque valido,specie se giocato in multiplayer.Ciò che però rende davvero unico il multiplayer di Homefront non sono tanto le battaglie da 32 giocatori (particolarmente frenetiche e fluide), ma le incredibili possibilità di personalizzazione garantite dall’Armeria: sulla falsariga della varietà della campagna in singolo, ogni utente può infatti customizzare l’equipaggiamento del proprio soldato/partigiano.

Conclusioni

Dal punto di vista grafico e prettamente ludico l’impressione generale che dà Homefront è quella di un progetto maturo ma incompleto, forse terminato in fretta e furia per rientrare nelle tempistiche, che stenta a reggere il passo dell’agguerrita concorrenza se non tramite una dose abnorme di patch correttive che possano donare al titolo altre missioni in singolo.

Perchè prenderlo

  • La trama è originale,ben rappresentata e molto coinvolgente.
  • Il multiplayer è avvincente e vario.
  • Sceneggiatura cinematografica e grafica appagante.

Perchè non prenderlo

  • La scarsa longevità del singleplayer.
  • Alcuni difetti grafici.