Nintendo Switch, ecco i dettagli sulla retrocompatibilità

La presentazione del Nintendo Switch ha chiarito parecchi dubbi che erano venuti a galla sin dal primo teaser trailer, mesi fa. Nel contempo, però, molti altri dubbi non hanno trovato risposta, tra di questi vi era la retrocompatibilità con le generazioni precedenti di console Nintendo.

Ebbene la stessa Nintendo ha voluto chiarire una volta per tutte i dubbi riguardo la retrocompatibilità della sua nuova console con le console precedenti. Purtroppo, alcune cose non fanno ben sperare. In passato anche Sony e Microsoft ci avevano abituato ad un taglio netto col passato, ma per Nintendo si tratta decisamente della prima volta.

Molte domande non hanno trovato risposta. Kotaku è comunque riuscita ad ottenere informazioni molto utili per chi medita l’acquisto di un Nintendo Switch al lancio. Per sommi capi, vengono di seguito elencate le principali dichiarazioni ufficiali di Nintendo:

Ora, queste dichiarazioni sono davvero pericolose per la strategia di marketing di Nintendo, per due semplici motivi.

Il primo è che la retrocompatibilità che lo Switch non eredita dai suoi predecessori, congiuntamente all’online a pagamento, rischia di essere la punta di un iceberg che la gente potrebbe percepire come una grossa rinuncia rispetto al passato. Il Wii U non ha venduto parecchio, è vero, ma indubbiamente il poter giocare a tutti i giochi per Wii era un valore aggionto, come anche il poter usare i controller delle console passate. Stesso discorso dicasi per 3DS e DS. E’ semplicemente una rinuncia da parte dei fan Nintendo che non tutti saranno disposti ad accettare di buon grado, come anche il dover pagare per giocare in multiplayer. Parte del successo di Mario Kart Wii fu la modalità online, gratuita al 100%, che garantiva un’esperienza di gioco duratura e sempre fresca.

Il secondo motivo è legato a tutti quei “lo faremo domani, non subito” che Nintendo spera non abbiano un peso rilevante ai fini delle vendite. Chi ha un minimo di memoria, però, potrebbe ricordare a Nintendo che la stessa cosa identica avvenne con il Wii U. In particolare vennero annunciati due aggiornamenti che potessero migliorare la reattività del sistema, e di questi se n’è visto solo uno. Il sistema è rimasto, ad oggi, lento e macchinoso. Non parliamo di TVii sul mercato Europeo, rimasto un vero e proprio ectoplasma.

Ma la cosa più dolorosa per chi comprò la console nella finestra di lancio fu la dichiarazione di Shigeru Miyamoto, poi ritrattata ed infine completamente rimangiata, del supporto di Wii U a 2 Gamepad contemporaneamente in seguito ad ottimizzazioni varie del sistema.

Ad oggi ciò non si è visto e siamo sicuri che non accadrà più. Non è neanche possibile acquistare un gamepad per sostituire il proprio.

Queste dichiarazioni e promesse relegano praticamente Nintendo in una posizione di assoluta mancanza di credibilità.

Ci spiace, Miyamoto, ma non è possibile spendere 330€ su una console che per metà è fatta di promesse e per la quale sono stati annunciati meno di 10 titoli al lancio. Qualcuno potrebbe pensare che Nintendo non abbia appreso nulla dalla debacle di Wii U.

Noi non siamo di questo avviso, i più informati sapranno che c’è stata un’evoluzione di Nintendo verso una modernizzazione tanto agognata quanto ancora lungi dall’essere raggiunta.

Per avere appeal con le masse, tuttavia, non basta avere tutte le gimmicks dei sistemi passati (ad eccezione del 3D, cosa che non viene menzionata nella presentazione Nintendo quando si spiegava che Switch eredita le caratteristiche dei predecessori). Servirebbe far capire in maniera chiara e sintetica che cosa fa il sistema e quali giochi potranno esserci che la concorrenza non ha o verso i quali ha un approccio diverso.

Ciò che si è finora visto è una lista di promesse ed annunci negativi. Non si capisce sulla base di cosa Nintendo possa pensare che un price cut non sarà necessario entro il primo anno di vita della console…