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Dopo la dolorosa scomparsa a causa di un cancro al condotto biliare, nei giorni scorsi, del presidente di Nintendo Satoru Iwata, per la quale la redazione di Tech Scene si unisce, anche se in ritardo (a causa di fattori esterni), al cordoglio per la famiglia e gli amici, la società nipponica è oltremodo costretta a pensare al futuro, in un periodo tanto cruciale quanto complicato.

Per alcuni la notizia è giunta improvvisa, per altri un po’ meno anche se ultimi segnali di recupero facevano ben sperare per la sua salute. Ciononostante, l’assenza agli ultimi due E3 era un presagio tanto chiaro quanto ovvio, col senno di poi.  Iwata, che dal canto suo ha rispolverato l’immagine Nintendo parlando “direttamente” ai fan, e rimanendo sempre umile nei confronti di chi criticava la società, arrivando persino a tagliarsi del 50% il suo stipendio in tempo di crisi (cosa più unica che rara), lascia un’eredità che, purtroppo per la grande N, non è da tutti apprezzare, capire e continuare a trasmettere ai posteri.

Il lavoro del presidente uscente è stato egregio, e nonostante periodi bui, alti e bassi, l’immagine societaria ne esce con utili in grande aumento e con una posizione di leadership mondiale nello sviluppo di videogiochi, per non parlare del successo dal punto di vista hardware con prodotti quali DS, Wii e 3DS, successi planetari che hanno annichilito la concorrenza.

Tutto questo lavoro, come dicevamo, parte di un piano strategico ben preciso e studiato nei dettagli, è da considerarsi il seme di una nuova metodica, propria di Nintendo,, la cosiddetta “Nintendo Difference”, non si presta facilmente a rimpiazzi dell’ultimo minuto, e seppur il terreno sondabile da Nintendo sia decisamente florido, c’è una persona in particolare che la nostra redazione indica come “papabile” per continuare la tradizione.

Il suo nome è, ovviamente, Shigeru Miyamoto: considerato lo “Steve Jobs” di Nintendo, Miyamoto ha risollevato, negli anni ’70, Nintendo dalle proprie ceneri custodendo tra le sue mani, un patrimonio artistico e culturale, persino sociale, che ha fatto di Nintendo ciò che è oggi.

Shigeru Miyamoto, il papà di Super Mario

Qualora qualcuno dovesse malauguratamente non sapere di chi si tratti, basti pensare che Miyamoto è il creatore di franchise stellari quali Mario, Donkey Kong, The Legend of Zelda, Pikmin, Star Fox, F-Zero, e viene unanimemente riconosciuto come il padre del videogioco moderno, nonchè una delle menti più brillanti in questo settore. Nessuno avrebbe da ridire se ci spingessimo oltre asserendo che si tratta del più grande sviluppatore ed in generale creatore di videogiochi attualmente in vita, considerato che alcune sue creazioni sono unanimemente annoverate tra i videogiochi più belli di tutti i tempi (tra tutti The Legend of Zelda: Ocarina of Time, Super Mario 64 o Super Mario Bros., ma non solo).

Nintendo ha in organico questo patrimonio mondiale che, al momento, impiega come amministratore e direttore generale del Nintendo Entertainment Analisys and Development (EAD), la più grande divisione interna di Nintendo che ha creato una quantità sterminata di capolavori targati Nintendo, di cui Miyamoto in prima persona è quasi sempre artefice.

Dopo aver espresso il proprio cordoglio per la morte di Satoru Iwata, Shigeru Miyamoto ha in qualche modo, nonostante il momento, suonato la carica dicendo che Nintendo sarà ancora operativa facendo tesoro degli insegnamenti di un grande leader come Iwata, proseguendo nei suoi intenti e non lasciando nulla al caso. Una dichiarazione forte e che dà coraggio a chi oggi si chiede cosa ne sarà del futuro di Nintendo dopo la scomparsa di una figura tanto importante.

Per questo motivo, a nostro avviso, la scelta di nominare Miyamoto come successore di Iwata sarebbe l’unica strada percorribile per tentare di interpretare al meglio il messaggio del presidente Iwata stesso, tentando magari di innovarlo e portarlo al culmine com’è solito fare Miyamoto con le proprie idee, visto che spesso tutto ciò che tocca diventa oro. Chissà che non possa fare lo stesso con Nintendo, la sua società.