La guardia di Finanza chiude il noto sito di streaming “altadefinizione.tv”

Nelle scorse ore, la Guardia di finanza ha posto sotto sequestro il sito altadefinizione.tv, vietandone l’accesso agli utenti.

Il sito, che era ormai da tempo il riferimento dell’intrattenimento per lo streaming di film in alta definizione, ben strutturato seppur con l’incessante presenza di pubblicità moleste, garantiva al suo proprietario un numero di visite giornaliere pari ad una media di 115.000, per un totale ci circa 1000$ al giorno di introiti considerati illegali.

L’immagine che campeggia da qualche ora sul sito Altadefinizione.TV.

I proventi, infatti, verranno ora vagliati dalle autorità con lo scopo di tassare il tutto, in quanto frutto di attività illecite. Le indagini sono risultate particolarmente ostiche per gli inquirenti dal momento che l’autore del sito, che si serviva di un servizio di hosting fornito da CloudFlare, era stato particolarmente cauto nell’offuscare tutte le tracce che potevano portare alla sua identificazione.

Il sito, insieme al gemello filmstream.me, avevano quindi sede ufficiale all’estero, ma un intervento congiunto di FPM e FAPAV, enti a protezione del diritto d’autore, su denuncia di Sky, hanno portato ad una misura cautelare da parte delle fiamme gialle di Lecco, che hanno tempestivamente chiuso il portale, per il rammarico di oltre un milione di utenti italiani.

Tech Scene esprime solidarietà all’autore del sito che, seppur divulgando opere protette dal diritto d’autore, aveva tirato su un sito in grado di imporsi come punto di riferimento anche a dispetto di servizi legali ed altisonanti, la cui qualità del servizio è solitamente poco più che scadente. Il sito, infatti, era pienamente compatibile anche con dispositivi mobile ed è stato questo a fare la sua fortuna, ovvero una piena compatibilità verso tutti i device odierni ed un’accessibilità senza pari, che lo avevano portato in auge per mezzo di un passaparola repentino tra i suoi utenti.

Speriamo che in Italia le major capiscano che l’unica alternativa a questo tipo di pirateria sia l’apertura di servizi come Spotify (ma per i film) in grado di garantire l’accesso ad opere video in maniera legale e dando così la possibilità ai copyright holders di poter guadagnare dal proprio lavoro senza far pagare 20 € per un Blu-Ray, che, a nostro parere, rappresenta il vero “furto” (seppur con la pirateria di furto non si possa parlare).