Al giorno d’oggi quello dei produttori di hardware è un settore che, come tanti altri nello scenario industriale odierno, deve fare i conti con il rispetto per l’ambiente e, in modo altrettanto importante, con il proprio portafogli. In suo soccorso giunge una piccola grande rivoluzione al vaglio di un gruppo di ricercatori della University of Michigan, che sotto la supervisione del professor Stephen Maldonado ha scoperto una tecnica innovativa che con le giuste integrazioni permetterà di semplificare ed economizzare la produzione dei processori e di tutti i componenti a base di silicio.
Punto cardine del procedimento è un elettrodo di metallo liquido, precisamente Gallio, al di sopra del quale è posta una soluzione di tetracloruro di silicio: gli elettroni provenienti dall’elettrodo convertono il tetracloruro disciolto in uno strato scuro di silicio grezzo, che in presenza del Gallio cristallizza. I cristalli di silicio, normalmente ottenuti attraverso una serie di reazioni chimiche a temperature superiori ai 1000°C, sono così producibili a 80°C, con un evidente risparmio energetico, economico e in termini di produzione di CO2: questo perchè proprio il Gallio permette la cristallizzazione senza bisogno di ulteriore calore.
I cristalli prodotti con questo processo presentano tuttavia 500 nanometri di diametro, troppo pochi per un utilizzo concreto; per questo motivo la University of Michigan continuerà gli studi e, nel frattempo, sta già cercando un partner che possa inserire tale tecnologia nell’ambito industriale.